Compro Netsuke Giapponesi

Compro Netsuke Giapponesi

Compro Netsuke GiapponesiI più antichi esemplari giapponesi di netsuke giapponesi risalgono al XIII sec.: sono timbri e sigilli provenienti proprio dalla Cina, denominati “to-bori” o “scultura straniera”, raffiguranti leoni ed eremiti chi li accarezzava durante la conversazione godeva di effetti benefici.

La funzionalità e le potenzialità taumaturgiche, col passare del tempo, cedettero il passo, intorno al XVIII sec., al gusto per la complessità dell’incisione e per la raffinatezza delle sculture miniaturizzate, che lo trasformarono da amuleto a prezioso status-symbol, attirando la committenza di signori feudali e aristocratici.

 

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Il termine “Netsuke” si traduce in “radice fissa”, essendo probabilmente in origine un semplice pezzo di legno o bambù, non decorato e perforato al fine di farvi scorrere la corda.

I netsuke giapponesi, che erano destinati a fissare i vari “sagemono” (inrô, tabacchiere, borsellini etc.) lungo l’obi (o fascia che cingeva il kimono ai fianchi) e a tenerli a posto, dovevano essere piccoli e compatti, e senza protuberanze che potessero impigliarsi nelle vesti. I materiali più comuni utilizzati nella produzione dei netsuke erano il legno, soprattutto cipresso e bosso, e l’avorio, ma venivano anche impiegati lacche, corno, porcellana e metalli.

Il significato

Le notizie relative alla loro prima comparsa sono discordanti. Tuttavia, malgrado l’assenza di reperti del periodo, la loro origine viene fatta risalire con ogni probabilità al XV sec. Tra i tipi più comuni di netsuke, accanto al manjû dalla caratteristica forma discoidale che ricorda i tradizionali dolci di riso giapponesi (mochi), vi sono i katabori, sculture tridimensionali i cui soggetti comprendono, deità, esseri umani, creature mitiche, vegetali e animali realisticamente concepiti.

Seguono i kagamibuta in genere d’avorio, osso o corno con un dischetto metallico convesso applicato nella parte superiore. Il cordoncino passava attraverso un asola fissata all’interno del dischetto e fuoriusciva dalla parte inferiore attraverso un foro. Talvolta queste sculture comunicano simbolismi, allusioni leggendarie o poetiche tratte da racconti di viaggiatori o da dipinti. In altri casi si riferiscono invece a qualcosa di inesplicabile perché il racconto o la poesia sono stati dimenticati.

Relazioni con fonti orali o letterarie sono ravvisabili nelle associazioni tra piante e animali: “la tigre e il bambù” o “il leone e la palla”. Sono molto comuni anche le rappresentazioni di demoni, giochi, scene di fatti storici e religiosi o tratti dalla vita quotidiana. Il tutto veniva raffigurato con realismo estremo ed un gusto per il grottesco attraverso le forme degli oggetti stessi.

La qualità dei Netsuke Giapponesi

Il livello qualitativo nelle minuscole sculture netsuke raggiunse il suo apice fra il 1800 ed il 1850. I netsuke divennero più piccoli, rotondi ed umoristici. Venivano realizzati in una larga varietà di materiali, raggiungendo sorprendenti vette di perfezione tecnica. Divennero così ben presto un elemento di distinzione per le persone socialmente affermate. Alla facoltosa classe mercantile non era permesso ostentare la propria ricchezza attraverso i netsuke. Poteva quindi palesarla in una forma che non apparisse sfrontata o provocatoria.

Con l’occidentalizzazione dell’abito giapponese il netsuke cadde gradualmente in disuso. I numerosi esemplari giunti fino a noi, sono lo specchio fedele della vita, della storia e delle tradizioni giapponesi.

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