La Porcellana Kakiemon: Arte e Tradizione Giapponese

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La porcellana Kakiemon rappresenta una delle espressioni più raffinate dell’arte ceramica giapponese, originaria del XVII secolo. Prodotta principalmente negli opifici di Arita, nella prefettura di Saga, questa porcellana si distingue per la sua qualità superiore e per le decorazioni a smalto vivaci e dettagliate. La sua eccellenza artistica ha influenzato profondamente le manifatture europee, rendendola un punto di riferimento nel mondo della ceramica.

Origini e Storia

La nascita della porcellana Kakiemon è strettamente legata alla figura del ceramista Sakaida Kakiemon (1596–1666). Egli è tradizionalmente riconosciuto come uno dei primi artigiani giapponesi a scoprire la tecnica della decorazione a smalto sulla porcellana, nota come Akae. Il nome “Kakiemon” gli fu attribuito dal suo signore feudale in riconoscimento della sua abilità nel dipingere due cachi identici e per aver sviluppato una tavolozza di colori distintiva, composta da rosso tenue, giallo, blu e verde turchese.

Le autentiche porcellane Kakiemon sono prodotte dai discendenti diretti del maestro Sakaida. Nel 1971, il governo giapponese ha riconosciuto questa tecnica come Patrimonio Culturale Intangibile, sottolineando l’importanza e la rilevanza culturale di questa tradizione artistica.

Caratteristiche Distintive

La porcellana Kakiemon è celebre per le sue decorazioni raffinate e di alta qualità. I motivi, spesso asimmetrici ma armoniosamente bilanciati, sono distribuiti sulla superficie in modo da esaltare lo sfondo bianco latte della porcellana, conosciuto in Giappone come nigoshide. Tra i soggetti più comuni si trovano:

  • Elementi naturali: uccelli, fiori (soprattutto crisantemi, il fiore nazionale del Giappone), piante e animali come scoiattoli volanti.

  • Motivi simbolici: i “Tre amici dell’inverno” (pino, pruno e bambù), che rappresentano resilienza e forza.

  • Scene leggendarie: rappresentazioni di storie tradizionali cinesi e giapponesi, come la leggenda di “Hob nel pozzo”.

La tecnica nigoshide, utilizzata per i pezzi migliori, conferisce alla porcellana una tonalità bianca pura e una texture fine, esaltando ulteriormente le decorazioni colorate.

Influenza e Diffusione in Europa

Nel XVII secolo, le porcellane Kakiemon furono esportate in Europa, dove divennero oggetti di grande prestigio tra le élite. Sovrani come Augusto II di Polonia e Maria II d’Inghilterra possedevano collezioni di queste porcellane, testimonianza del loro alto valore e apprezzamento.

La bellezza e la qualità delle porcellane Kakiemon influenzarono significativamente le manifatture europee, portando alla nascita di imitazioni e adattamenti dello stile giapponese. Manifatture come Meissen in Germania, Chelsea e Worcester in Inghilterra, e diverse fabbriche francesi e italiane, tra cui Capodimonte a Napoli, incorporarono elementi dello stile Kakiemon nelle loro produzioni.

Evoluzione e Continuità

La produzione della porcellana nigoshide, a causa delle difficoltà tecniche legate al forte restringimento del materiale durante la cottura, fu interrotta all’inizio del XVIII secolo. Tuttavia, nella metà del XX secolo, i maestri ceramisti Sakaida Kakiemon XII e Sakaida Kakiemon XIII riuscirono a ricreare questa tecnica, riportando in vita la tradizione e continuando la produzione fino ai giorni nostri.

Oggi, la porcellana Kakiemon rappresenta non solo un patrimonio artistico e culturale del Giappone, ma anche un simbolo di eccellenza artigianale riconosciuto a livello internazionale. La dedizione e la maestria dei discendenti della famiglia Kakiemon assicurano la continuità di questa tradizione secolare, mantenendo viva una delle forme d’arte più affascinanti e apprezzate al mondo.

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