Acquerelli giapponesi antichi: che valore hanno?

L’acquerello è una pittura a base d’acqua basata esclusivamente sulla trasparenza dei suoi colori. A differenza della tempera che è opaca. Una tecnica importata dalla Cina da monaci zen, che hanno infuso tutti i dettami di pace e rispetto per la natura in questa tecnica artistica di infinito pregio e valore.

Acquerelli giapponesi Kuretake

Il Kuretake è un acquerello giapponese tradizionale, a differenza degli acquerelli giapponesi Komorebi che sono metallizzati. Nel mondo occidentale, gli acquerelli tradizionali (trasparenti) usano la gomma arabica come legante, mentre i Kuretake utilizzano una combinazione di colla, argilla, amido, gomma arabica, cera d’api, sciroppo e come legante lo zucchero o la glicerina. La colla è composta da collagene concentrato e gelatina estratta da pelli di animali e veleni che viene bollita e concentrata. Quando il legante è mescolato con il legante, la miscela viene versata in grandi misurini. Questi grandi secchi sono chiamati Gansai in giapponese.

Le caratteristiche dell’uso di questi particolari acquerelli giapponesi kuretake sono le seguenti:

Opacità e dinamismo. Questo colore diluito con acqua conserva la sua vivacità più degli acquerelli occidentali e il legante tende a rendere più luminosi gli acquerelli secchi. Risulta più opaco degli acquerelli occidentali, questo è dovuto anche alla composizione del legante (uso di argilla, amido ecc…).

Il colore si stacca più facilmente. Il legante utilizzato nei Kuretake è più debole con il risultato che il colore può essere staccato più facilmente, ma questo significa anche che, applicato come smalto, la vernice si impasta. La glasura è possibile solo sulla carta giapponese, che assorbe meglio il legante e facilita il sollevamento dello strato secco.

Colori e sfumature. Gli acquerelli Kuretake sono progettati per essere utilizzati nell’arte tradizionale giapponese, questo spiega la differenza con le tavolozze occidentali. I colori giapponesi sono ispirati ai colori visti in natura, il che potrebbe spiegare l’abbondanza di verdi e blu nelle tavolozze Gansai. I colori non sono troppo carichi di pigmenti per dare un’impressione di calma e pace nell’acquerello. La dimensione delle tazze è legata all’uso dei tradizionali pennelli giapponesi, che possono essere molto grandi.

Miscelazione. I colori Kuretake non sono stati progettati per la miscelazione, motivo per cui le tavolozze Gansai non hanno una tavolozza mixer.

Acquerello giapponese Sumi

Sumi-e (sumie) è un’antica tecnica di disegno monocromatico, basata sull’uso dell’inchiostro di china, originaria della pittura cinese e introdotta in Giappone nella seconda metà del XIV secolo. Il nome deriva dalle parole sumi, che significa inchiostro ed e, pittura. La sua origine è attribuita alla dinastia Tang (618-908) e fu introdotta in Giappone dai monaci buddisti.

Il Buddismo Zen è una religione di autodisciplina, distacco, contemplazione e rispetto verso la natura. Sumi-e incarna la filosofia di questa religione: nella sua visione non c’è distinzione tra l’animato e l’inanimato. Non ci sono classificazioni né ranghi. Pertanto gli artisti Sumi-e raffigurano solo elementi essenziali e non si concentrano sui dettagli.

In origine questi acquerelli venivano realizzati utilizzando solo una barra di inchiostro indiano che veniva strofinata contro una pietra piatta e mescolata con acqua. Queste miscele creavano lavaggi di diversa densità secondo le esigenze dell’artista per i loro pezzi, ed erano sempre monocromatici.

Una volta raggiunta il Giappone, questa tecnica di realizzazione degli acquerelli giapponesi antichi Sumi-e ha assunto caratteristiche dell’arte pittorica originale del paese, come l’uso di sottili spazzole per capelli sui manici di bambù, utilizzate per ottenere tratti fluidi, e il lavaggio (tecnica pittorica che mescola diversi inchiostri con diverse quantità di acqua o alcool per ottenere toni più densi rispetto agli acquerelli), così come il tradizionale materiale di supporto, la carta di riso.

Le pennellate del pittore Sumi-e devono fondersi con la natura, devono essere morbide e non mirare al controllo assoluto. È così che si rivela il carattere dell’artista. I tratti principali della tecnica Sumi-e deve iniziare con lo studio di quattro piante e delle loro forme, note come i quattro nobili gentiluomini: l’orchidea, che rappresenta la primavera; bambù per l’estate; crisantemo per l’autunno; e il fiore di prugna per rappresentare l’inverno. Una delle caratteristiche di Sumi-e è l’assenza di linee marcate e figurative. In questo modo, gli elementi del dipinto appaiono semplicemente attraverso pennellate, poche macchie o linee molto morbide.

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza online. Accettando l'accettazione dei cookie in conformità con la nostra politica sui cookie.